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L’ordalia di Rohlborg cap 3°


Il MOSTRO stava guardando l’UOMO.

Ne aveva combattuti e uccisi tanti ma questo era diverso.Non mostrava cenni di fatica e continuava a lottare nonostante la maggior parte dei suoi compagni fosse già stata fatta a pezzi. L’UOMO lottava ancora e gridava nella sua lingua parole incomprensibili che sembravano ruggiti.Nella sua stupida,animalesca intelligenza,il MOSTRO ammirava quel formidabile avversario.Non chiedeva pietà nè sarebbe stato disposto a concederla e questo era quanto.Non aveva paura e perciò anche i suoi uomini ormai ridotti allo stremo,sembravano non averne. L’UOMO affondò la spada fino all’elsa nel ventre di una delle creature che lo stavano accerchiando e il MOSTRO capì che quella battaglia praticamente vinta,sarebbe potuta durare all’infinito poiché l’UOMO, quell’UOMO non sarebbe morto per mano di uno dei suoi avversari. E finchè egli rimaneva in vita,anche i suoi uomini si sarebbero rifiutati di morire.

Un compagno dell’UOMO cadde,un altro sarebbe morto di lì a poco.Eppure era il GRANDE UOMO che dovevano abbattere e il MOSTRO lo sapeva. Le armi cozzavano tra loro selvaggiamente,dappertutto erano brandelli di uniformi,carne e sangue nel cielo di frecce che non finiva mai.

Il MOSTRO fece un passo avanti.Avrebbe ucciso il GRANDE UOMO ora e i suoi simili avrebbero vinto quella stupida battaglia e LUI avrebbe bevuto il sangue degli uomini ancora caldo.Ma all’improvviso,qualcosa si mosse alle spalle del GRANDE UOMO.Uno dei suoi compagni gli stava gridando qualcosa nella loro maledetta lingua ma la sua non era l’espressione di chi lancia un avvertimento.Il suo viso era deformato da una grottesca disperazione che sembrava provenire dall’abisso stesso e la sua mano stringeva febbrilmente un’ arma dalla lama scura.

Il MOSTRO esitò.

Avrebbe dovuto capire cosa stava accadendo ma il suo piccolo,animalesco cerebro non prevedeva ciò che l’AMICO DEL GRANDE UOMO avrebbe fatto di lì a poco. Per il MOSTRO, la parola TRADIMENTO era poco diversa dal nitrire di un cavallo e il suo significato lontano molti soli da ciò che egli potè soltanto comprendere grazie ad un primordiale ISTINTO. Un ghigno beffardo scoprì le sue zanne mortali e un ruggito di approvazione scaturì dalle profondità della sua gola bestiale.In un modo che pareva strano al suo sguardo primordiale gli UOMINI adesso, stavano perdendo.

…continua...


* L’Ordalia di Rohlborg è un racconto di Dimitri Galli Rohl, da un soggetto di Emanuele Vietina liberamente ispirato all’ambientazione di Warhammer Fantasy RPG.

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