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L’ordalia di Rohlborg cap 5°


Nessuno è in grado di raccontare per intero la storia di quell’uomo. Si dice che sua madre l’abbia dato alla luce nel ventre di una sanguinosa battaglia e che il suo primo vagito si levò nello stesso cielo che in quel momento accoglieva i gemiti dei morenti e i gutturali ruggiti di trionfo guerriero dei vincitori. Qualcuno lo vuole figlio di un prode combattente del nord scomparso nel nulla dopo aver sfidato a duello lo stesso Dio del Sangue, altri si limitano a dire che venne al mondo subito dopo essere stato ucciso durante una battaglia di cui si è persa memoria perché l’Impero degli uomini aveva ancora bisogno di lui e del suo coraggio.

Qualunque sia stata la sua origine, Rohlborg era prima di tutto, prima di diventare qualsiasi altra cosa, un superbo guerriero.

Chi lo abbia istruito all’arte della spada è diventato sicuramente polvere come quella che ricopre le rocce che egli strizzava per rinforzare i polsi e migliorare la presa che lo legava alla sua arma, chi lo ha sfidato e battuto forse, non è mai esistito. Se nella sua vita ha dormito è stato soltanto per poter recuperare le forze per la battaglia del giorno successivo, viaggiando attraverso tutto il Vecchio Mondo alla ricerca di una guerra per cui sarebbe stato giusto accettare di morire

Una Guerra che lo avrebbe trovato pronto, chiamandolo per nome così che la leggenda sarebbe diventa storia, malgrado i patetici sforzi degli stupidi e dei superstiziosi.. Di città in città, villaggio o semplice accampamento in cui Rohlborg trovava accoglienza prestando i suoi servigi guerrieri, le storie che raccontava affascinavano i giovani garzoni delle stalle e i ricchi rampolli di avidi commercianti, mentre il suo coraggio e la sua forza promettevano un futuro fatto di onore e gloria a coloro che lo avrebbero seguito.

Ora erano dieci, cento, mille e combattevano ai suoi ordini.

Quella forza non aveva nome, gerarchie o legami politici. Rohlborg era diventato “Capitano”, i suoi uomini semplicemente “Gli Uomini del Capitano” fedeli ad un giuramento che veniva chiamato “Patto” e che li legava nel vincolo dell’acciaio fino alla morte.

Combattevano per ciò che sembrava loro giusto, raramente sbagliavano e mai avrebbero tradito.

I Conti Elettori dell’Impero cercavano di conquistare definitivamente i favori di quel piccolo, formidabile affresco militare, senza però riuscirvi. Rohlborg non avrebbe giurato fedeltà a nessuno di loro, nemmeno all’Imperatore stesso. Perché aveva i suoi uomini, una spada e una Guerra da cercare.

E tanto sarebbe bastato, se un giorno non avesse incontrato lo sguardo fiero del giovane Iubatus.

…continua...


* L’Ordalia di Rohlborg è un racconto di Dimitri Galli Rohl, da un soggetto di Emanuele Vietina liberamente ispirato all’ambientazione di Warhammer Fantasy RPG.

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