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Reparto maternita’ - prima parte


Il grande salone della villetta sfitta era freddo e completamente spoglio. Non che ai presenti importasse un granché, sia chiaro, ma Teodoro avrebbe preferito avere un’elegante sedia e un tavolo adeguatamente spazioso Come poteva il branco pianificare un’azione decente senza nemmeno un tavolo e un posto dove sedersi? Eppure non poteva incolpare altri che sé stesso per questa negligenza, dato che il luogo del ritrovo era uno dei suoi rifugi provvisori. Aveva chiesto al suo ghoul di preparare la villa in periferia, quella con la monumentale sala da pranzo arredata da Matteo Ceron, ma quell’imbecille l’aveva data in affitto per tutto il mese. Quell’anonimo salone era tutto ciò che era riuscito ad ottenere. Jeremy e Vovolja non sembravano farci caso, ma Teodoro era perfettamente consapevole del suo piccolo fallimento; più tardi avrebbe preso provvedimenti adeguati.

- Aspetta, ho sentito bene? Hai detto il S.Chiara, l’ospedale centrale di Pisa? -
- Tu ha sentito benissimo, Jeremy. Vescovo chiesto noi piccola azione dimostrativa contro quella città di feccia camarilica. -

L’eccitazione di Jeremy era quasi palpabile. Teodoro conosceva il brujah abbastanza bene da capire cosa significasse per lui quest’incarico dopo mesi di sostanziale inattività (anche se il vescovo amava chiamarla “riorganizzazione”). In ogni caso faceva di tutto per non dare a vedere di essere elettrizzato, e questo gli rendeva certamente onore. Del resto era proprio questa una delle qualità che più apprezzava in Jeremy: non si comportava come una cagna in calore ad ogni prospettiva di mascella fracassate e tibie spezzate, atteggiamento ormai così comune fra i bruti del Sabbat da risultare noioso prima ancora che seccante.

- Un’azione dimostrativa, dici. E cos’è che dobbiamo fare, esattamente? -
- Non credo che sia questo il quesito corretto da porre. E’ più appropriato domandare cosa POSSIAMO fare, non credi? -
- Non fare il primo della classe come al solito, Teodoro. Vovolja ha capito benissimo cosa... -
- Nessuna particolare restrizione. Solo attenzione a no dare guerra aperta, se possibile, e niente poteri troppo...come poter dire io in vostra lingua? Scenografici, ecco. -

Tutti sogghignarono, anche se per motivi diversi. Vovolja era convinto di aver compiuto un altro piccolo passo nell’apprendimento dell’italiano, mentre Teodoro dissimulava la tentazione di ridere in faccia al suo capobranco Tzimisce a causa dei suoi impedimenti lessicali. Jeremy, dal canto suo, trovava una strage di mortali innocenti all’interno di un ospedale argomento degno del suo sorriso mensile.

- Bene, allora noi tutti d’accordo. Jeremy, tu frugare tra migliaia di mappe che possiedi e trova una di Pisa e di ospedale. Io suggerire Reparto Maternità come obiettivo privilegiato. -
- Sei un vizioso Vovolja, lo sai? Comunque avrò tutte le planimetrie nel giro di venti minuti. Punti di accesso, telecamere...sarà uno scherzo, è solo un ospedale in fondo. Provvedo anche a procurare un po’ di equipaggiamento leggero. -
- Ottimo. Teodoro, io no vuole sorprese durante viaggio. Organizza trasporto e procura noi un paio di rifugi nella zona. No credo che saremo costretti a nascondere per qualche tempo, ma non si sa mai.
- Mi bastano un paio di telefonate. Dieci, quindici minuti, non di più. -
- Dovresti anche fare qualcosa per tua faccia, credo. Infermiere no fanno entrare volentieri in Reparto Maternità impressionante uomo con vene nere che pulsa sotto pelle di viso. Pensare io più tardi, va bene? -

Teodoro sussultò appena. Detestava l’idea di lasciarsi mettere le mani in faccia da uno Tzimisce, quale che fosse la situazione. Inoltre ricordava bene l’espressione estatica del suo capobranco l’ultima volta che aveva utilizzato i suoi poteri di Vicissitudine su qualcuno. “No preoccuparti, io avere già sperimentato nuovo apparato digerente su migliaia di cavie, io sicuro che così molto più funzionale!”. Era solo un servo, per carità, ma certi spettacoli lasciano il segno.

- N-Non c’è problema. Non dovresti anche procurarci qualche camice e dei tesserini? Fingersi dottori dovrebbe facilitare un ingresso pulito. -
- Molto giusto. Tu ha sempre buone idee, Teodoro! -
- Non ci voleva certo il Nobel, che diamine... -
- La tua è tutta invidia, Jeremy. Scommetto che avevi già pensato di sfondare il portone con un’ambulanza e seminare cadaveri qua e là fino al reparto. -
- Ehi, anche questa buona idea! A Bratislava fatto operazione simile, io ricorda, molto successo quella volta! -
- Sono un Colonnello dei Marine, razza di testoni! Non adotto certi sistemi da mafia russa, io!
- Si certo, raccontalo a quel poveraccio che ti ha rifiutato un passaggio...non avrei mai pensato che un collo spezzato facesse un rumore così buffo... -
- Di un po’, cerchi guai? -
- Ora basta, bambini! Dove credere di essere voi, a scuola elementare? Sarà meglio officiare Vaulderie prima di missione. Tirate fuori vostri polsi! -

CONTINUA...

Reparto Maternità
é il primo di una serie di racconti in cui Lorenzo "Caleb" Giovannelli, da anni giocatore e narratore di GrV, porta in forma scritta l’esperienza della cronaca lucchese di Gioco di Ruolo dal Vivo Vampiri: il Sabbat.
La narrazione ludica collettiva, al termine del gioco, diventa racconto, in un processo creativo che dalla recitazione sfocia nella scrittura.

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